Le piattaforme collaborative online permettono ai ricercatori geograficamente lontani tra loro di entrare in contatto e di collaborare in maniera continuativa ad un lavoro di ricerca, condividendo oggetti di studio, idee ed esperienze. In genere, le piattaforme collaborative mettono a disposizione dei servizi online in un ambiente virtuale al quale più utenti possono collegarsi simultaneamente e lavorare alla stessa attività. Sono compresi sia ambienti di ricerca virtuali grandi (VRE) che comprendono una serie di strumenti atti a facilitare la condivisione e la collaborazione - tra cui forum virtuali e wiki, servizi di archiviazione collaborativa di documenti (file hosting) e strumenti disciplinari come l'analisi o la visualizzazione dei dati – così come anche singoli strumenti specifici che consentono ai ricercatori di lavorare insieme in tempo reale su particolari aspetti collegati alla ricerca (come la stesura o l'analisi).
La tendenza a collaborare tra coloro che fanno ricerca sta crescendo in maniera esponenziale e anche i gruppi di ricerca stanno diventando sempre più interdisciplinari; sempre più frequentemente inoltre i ricercatori operano in consorzi internazionali ed interdisciplinari per fare in modo di favorire una maggiore molteplicità di prospettive su specifici argomenti di ricerca. Promuovere la ricerca collaborativa a livello nazionale ed internazionale sta diventando sempre più prioritario per gli enti finanziatori. Il Commissario europeo per la ricerca, Carlos Moedas, ad esempio, l’ha posta alla base della sua strategia, con il motto: "Scienza aperta, innovazione aperta, apertura al mondo".
Gli ambienti virtuali di ricerca (Virtual Research Environment)\ e le piattaforme collaborative consentono una collaborazione che va oltre i confini tra continenti, fusi orari e discipline. In questo modulo sarà possibile conoscere meglio le piattaforme collaborative attualmente operative e come queste possano migliorare notevolmente l’andamento del lavoro di ricerca.
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Scoprire quali sono i principali tipi di piattaforme collaborative attualmente disponibili e in quali casi possano essere utilizzate.
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Riconoscere i vantaggi derivati dall’impiego di questi sistemi.
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Identificare eventuali criticità collegate alla collaborazione tramite queste piattaforme e trovare il modo di superarle.
*Ambienti di ricerca virtuali (VREs)*
Gli ambienti di ricerca virtuali si possono definire come "ambienti innovativi, dinamici e onnipresenti, di supporto alla ricerca, attraverso i quali degli scienziati distanti gli uni dagli altri possono accedere senza alcuna difficoltà a dati, software e risorse di elaborazione gestite da diversi sistemi in distinti domini amministrativi attraverso il loro browser" (Candela, Castelli and Pagano, 2013).
Un aspetto importante in questo contesto è la natura strettamente disciplinare di molti di questi strumenti. La Commissione europea ha finanziato una serie di VRE specifici per le varie comunità scientifiche nell'ambito del flusso di finanziamento e-Infrastructure, per consentire ai ricercatori di svolgere in modo collaborativo attività complesse come l'integrazione di dati eterogenei da più fonti, la realizzazione di modelli, la simulazione, l’esplorazione, l’estrazione e la visualizzazione dei dati:
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VI-SEEM - VRE per comunità interdisciplinari regionali (sud-est europeo e Mediterraneo orientale
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MuG - Genomica complessa multi-scala
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OpenDreamKit - Kit per un ambiente di ricerca digitale aperto per l’avanzamento della matematica
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BlueBRIDGE - Costruire ambienti di ricerca per la promozione dell’innovazione, il decision-making, la governance e l’educazione a supporto della crescita blu
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VRE4EIC - VRE su scala europea per rafforzare le comunità di ricerca multidisciplinari ed accelerare l’innovazione e la collaborazionen
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West-Life - Infrastruttura elettronica su scala mondiale per la biologia strutturale
Alcune biblioteche stanno già offrendo dei VRE personalizzati su progetti specifici. La Leiden University library, ad esempio, offre VRE per tutti i progetti finanziati da terzi con uno staff di almeno cinque ricercatori.
Una piattaforma collaborativa di particolare importanza nel contesto della scienza aperta è la Open Science Framework (OSF). Basata su tecnologie di open source e creata dal Center for Open Science, l'OSF si propone come "uno spazio accademico comune per collegare l'intero ciclo di ricerca". L'OSF consente ai ricercatori di lavorare su progetti in privato e con un numero ristretto di collaboratori e di rendere pubblico il loro progetto in toto o parzialmente. L’OSF si interfaccia direttamente con molti altri sistemi collaborativi come Dropbox, GitHub e Google Docs e può essere utilizzato per archiviare e conservare dati, protocolli e materiali di ricerca.
Piattaforme di scrittura collaborativa
La stesura per iscritto della ricerca, in modo particolare nell’attuale sentire predominante improntato sul diktat del "o pubblichi o muori", è un’attività cruciale nella vita dei ricercatori. Ai giorni nostri sono numerosi gli strumenti e le piattaforme online che consentono ai ricercatori di lavorare congiuntamente sullo stesso documento in tempo reale, evitando così, per la revisione delle versioni, lo snervante andirivieni di email con documenti word allegati. Tra queste piattaforme ci sono Overleaf, Authorea, Fidus Writer, ShareLaTeX e Google Docs; molte anche tra queste sono basate su tecnologie riservate e prevedono il versamento di una quota per accedere alle funzionalità più avanzate.
Gestione e recupero delle citazioni
Esistono numerosi strumenti che consentono ai gruppi di ricerca di archiviare e gestire le citazioni, ad esempio Zotero, Citavie CiteUlike. Mendeley contiene uno strumento di gestione delle citazioni che può essere condiviso, nonché un social network e strumenti di visualizzazione degli articoli. Analogalmente, BibSonomy consente ai ricercatori di condividere segnalibri ed elenchi di letteratura.
Annotazione e revisione
Le potenzialità del web consentono nuove modalità di revisione collaborativa successive alla pubblicazione attraverso servizi come PubPeer e Academic Karma, o strumenti di annotazione come Hypothes.is e PaperHive.
Social network accademici
Da molto tempo i ricercatori utilizzano la rete per fare networking, sia per mezzo di social network generalisti come Twitter, Facebook e Linkedin sia per mezzo di reti accademiche dedicate come ResearchGate, [Academia.edu] e Loop.
Domanda: Perché dovrei complicare ancora di più il modo in cui gestisco le mie attività e farlo in maniera collaborativa? Il fatto di condividere i file in formato .doc dovrebbe essere già più che sufficiente!
Risposta: Non è proprio così. Potrà anche sembrare di aggiungere strumenti e piattaforme ad altri strumenti e piattaforme al proprio ciclo di lavoro, in realtà questi servono a risolvere problemi di comunicazione di cui molto probabilmente non ci si rendeva conto all’inizio. Il fatto, ad esempio, di utilizzare solo e semplicemente dei file .doc (tenendo più o meno traccia delle modifiche), mostra solo lo stadio più avanzato delle informazioni e generalmente quello che arriva alla fine dell'intero processo scientifico. Il lavoro che invece si svolge in un contesto di ambiente collaborativo che va dalla progettazione fino alla redazione del report finale si fonda su una comunicazione chiara e su una descrizione adeguata delle fonti, della storia ed evoluzione delle informazioni.
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Il ricercatore acquisisce familiarità con la gamma di opzioni disponibili a supporto della ricerca collaborativa.
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Dopo aver individuato la soluzione ottimale per il proprio flusso di lavoro, il ricercatore è in grado di utilizzare strumenti collaborativi come GitHub e Open Science Framework per migliorare la collaborazione nel processo di ricerca, redazione / creazione e condivisione dei risultati.
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Il ricercatore è in grado di collaborare con i colleghi nella stesura di documenti congiuntamente, di annotare articoli e condividere commenti e discussioni.
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Candela et al. (2013). Virtual Research Environments: An Overview and a Research Agenda. Data Science Journal. 12, pp.GRDI75–GRDI81. doi.org/10.2481/dsj.GRDI-013
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Open Science Framework. The promise of Open Science collaboration. osf.io
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Voss and Procter (2009). Virtual research environments in scholarly work and communications, Library Hi Tech, Vol. 27 Issue: 2, pp.174-190. doi.org/10.1108/07378830910968146